Sono nato nel 1987 da due giovani sardi che, trascinati dalla passione mi hanno concepito probabilmente per errore ma con la premura di farmi crescere tutto sommato abbastanza sveglio.
Forse, anche per colpa loro, l’arte è sempre stata di casa, dalla musica alla pittura, al cinema e all’arrangiarsi perché eravamo poveri come la merda.
Quindi mi ritrovo bambino, bellissimo ometto dai capelli corvini che agisce sin da subito con entusiasmo artistico, un po’ per distrazione perché non c’era molto da fare negli anni ’90 se non ingerire sostanze tossiche e imparare a memoria tutte le canzoni degli 883 e un po’ perché alla fine dei conti il linguaggio dell’arte è molto più libero di qualsiasi altro.
Divento grande, un ragazzo timido che studia al liceo artistico e poi all’accademia di belle arti laureandosi in pittura nel 2014. Lavoro, vivo, amo, piango, mangio, amo ancora, piango ancora, non mangio, vivo, nel frattempo provo a realizzare i miei sogni, piango 🙂 , mi ubriaco, vivo d’insoddisfazione e poi “divento matto”.
La parte dove divento matto è circa il 2022, ma nel momento di massima follia però riesco a capire un po’ di cose, traumi che fanno male e mi danno un’idea più chiara di me, di quell’ideale di umano che da bambino avevo disegnato per la prima volta.
Perché non ho deciso di fare l’artista come “lavoro”, non faccio “arte” perché è bello o perché mi piace disegnare, è che proprio non so farne a meno.
Tipo un’ossessione.
Una condanna bellissima e bruttissima allo stesso tempo, un tormento che è la causa di tutta la mia enorme insoddisfazione esistenziale.
Si lo so, ti aspettavi una descrizione canonica e dettagliata ma a me queste cose stanno un po’ sul cazzo. Dovrei dirti quanto sono fico e dove ho imparato a esserlo?
Mi chiamo Lucio Ciro Martis e per mia sfortuna sono un essere umano creativo dal giorno in cui mio padre per la prima volta mi ha messo in mano una matita e mi ha detto “puoi disegnare tutto quello che immagini”.